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Presentazione della Collana di Studi
Carlisti venerdì 2 febbraio 2024 ore 17,00 Arciconfraternita e Monte del SS. Sacramento dei Nobili Spagnoli via San Giacomo 40 - Napoli

Presentazione del Volume
" I Predicati della Nobiltà Italiana " mercoledì 20 dicembre 2023 presso l'Istituto Centrale per la Grafica.

53° Incontro Tradizionalista
di Civitella del Tronto 9 – 10 SETTEMBRE 2023

Inaugurazione dei busti di Lemos e Manso 25 marzo 2023

Presentazione del libro Antonio Capece Minutolo principe di Canosa

Presentazione collana Le opere politiche del principe di Canosa

Concerto
per il giorno della memoria
Tutto ciò che mi resta  Roma 26 gennaio 2015
Auditorium Parco della Musica

Lunedì 26 gennaio si è svolto a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, un concerto straordinario dal titolo “Tutto ciò che mi resta – Il miracolo della musica composta nei lager“, in occasione dei settanta anni dalla liberazione degli ebrei da Auschwitz.

Ideatrici ed organizzatrici dell’evento – svoltosi sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana – sono state Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, insieme alla Fondazione Musica per Roma in coproduzione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Si è trattato, come dichiarato dalle ideatrici, «di un coraggioso tentativo di sopravvivenza spirituale, testimonianza suprema di umanità contro chi li considerava, e li trattava, come carne da macello, la musica è tutto ciò che restava ai musicisti prigionieri nei campi di concentramento, ed è spesso tutto ciò che ci resta di loro.» Tutto questo è stato possibile grazie al ritrovamento degli spartiti, testi e musiche composte da musicisti prigionieri nei lager nazisti, recuperati e archiviati dal pianista Francesco Lotoro, docente del Conservatorio “U. Giordano” di Foggia ed esponente della Comunità Ebraica di Terni.

Alcuni di questi testi sono stati interpretati, nel corso della serata, da artisti di fama internazionale come Ute Lemper accompagnata al piano da Vania Gierig, i violinisti Francesca Dego e Roby Lakatos, la voce yiddish Myriam Fuks e la voce rom Marian Balog. Si sono poi avvicendati sul palco il Coro Ha Kol, i solisti ed il Coro Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ed il Parco della Musica Contemporanea Ensemble.

Voce narrante della serata è stata quella dell’attore e regista, Marco Baliani, che ha raccontato le incredibili storie legate a queste opere, realizzate da compositori consapevoli di non avere alcuna speranza di sopravvivere alla crudeltà dei nazisti. Eppure, «il miracolo di musiche bellissime che risorgono dall’oblio» – secondo Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese – «sembrano ricordarci che l’arte sopravvive alla volontà di annientamento e che si può creare bellezza anche nella più disumana delle prigionie.»  

Durante il concerto sono state proiettate in anteprima alcune immagini del film Il Maestro sul lavoro di Francesco Lotoro. Inoltre, l’artista Mimmo Paladino ha realizzato per il concerto sette disegni riprodotti nella campagna promozionale. Il concerto, in prima assoluta a Roma, sarà replicato in altre capitali in Europa e negli Stati Uniti.

Tutto ciò che mi resta è parte di un progetto più ampio che, sotto il nome di LastMusik.com, si propone di affiancare il lavoro di Francesco Lotoro, nella sua ormai trentennale ricerca delle testimonianze e ripristino degli spartiti di musica concentrazionaria. Il regista e produttore Marco Visalberghi, infatti, ha sottolineato che «la corsa contro il tempo di Lotoro per recuperare ciò che ancora ci resta di questa sconvolgente pagina di storia, diventerà anche un film-documentario in uscita a fine 2015 nelle sale cinematografiche, che verrà trasmesso da vari canali televisivi nel mondo.» LastMusik.com sta inoltre promuovendo la nascita di un grande archivio della musica concentrazionaria, che raccoglierà e ordinerà tutti gli spartiti ed i materiali audiovisivi già recuperati e quelli ancora mancanti. Questo sarà il primo passo verso un futuro Museo della Musica Ebraica che avrà sede in Puglia.

                                                                                                          dott.ssa Giuseppa Varriale detta Giosita

Genealogie delle Famiglie ascritte
al Real Monte Manso di Scala

Presentata a Napoli il 1 dicembre 2011 la nuova edizione della ” GENEALOGIE DELLE FAMIGLIE ASCRITTE AL REAL MONTE MANSO DI SCALA” fondato il 20 giugno 1608. Questo aggiornamento è stato fortemente voluto dai Governatori in carica Marchese Don Francesco Brancia Principe di Apricena ( Governatore Decano);

Don Ignazio Frezza Duca di San Felice;

Don Giuseppe Carignani di Carignano dei Duchi di Novoli;

Don Alessandro dei Marchesi Buccino Grimaldi;

Don Augusto Cattaneo della Volta dei Principi di Sannicandro.

Grazie ancora a Don Giuseppe Carignani di Carignano dei Duchi di Novoli che con grande competenza ha curato la pubblicazione mentre riconoscenza e ringraziamento va al Conte delle Pàstene Don Vincenzo Capasso Torre per aver sostenuto l’onere economico e aver curato, grazie alla sua conoscenza, precisi e vari aggiornamenti.

Ernesto Capece Minutolo Principe di Canosa

“Cristo svelato o luce nascosta” nella Cappella del Real Monte Manso di Scala

A Napoli, nella Cappella del Real Monte Manso di Scala è in mostra la scultura “Cristo svelato o luce nascosta”, evento per l’Arte del Giubileo a Napoli

 

Martedì 7 giugno 2011, a Napoli, presso la Cappella del Real Monte Manso di Scala, nello storico palazzo sito in Via Nilo 34, nei pressi di Piazza San Domenico Maggiore, si è svolta l’inaugurazione della scultura “Cristo Svelato o Luce Nascosta”, realizzata dal giovane artista napoletano Giuseppe Corcione. Sentita ed entusiastica è stata la partecipazione di una numerosa platea costituita da associati, personalità del mondo ecclesiastico, della cultura e di autorità che sono intervenuti alla cerimonia, in attesa dello “svelamento” dell’opera, che è stato salutato da un prolungato applauso come ringraziamento al maestro Corcione e ai Governatori della Fondazione che hanno permesso la realizzazione della scultura.

La manifestazione è stata inserita nel percorso dell’Arte del Giubileo per Napoli ed è stata indicata dallo stesso cardinale Crescenzio Sepe come uno degli eventi in calendario per il Giubileo di Napoli del 2011.

All’inaugurazione dell’opera si è giunti grazie al mecenatismo del Governo del Monte Manso di Scala che ha approvato e sostenuto il progetto, presentato dal Corcione, di realizzare una statua all’interno della Cappella dal titolo “Cristo svelato o Luce nascosta”. La Cappella del Real Monte Manso ha la duplice particolarità di trovarsi al terzo piano del palazzo e di essere posta esattamente sulla Cappella Sansevero (il secondo monumento più visitato in Campania), famosa per il Cristo Velato dell’artista napoletano Giuseppe Sanmartino. Pertanto, la scultura è collocata parallelamente al Cristo sottostante del Sanmartino, come una sorta di «trasmutazione». L’intento era di rappresentare l’altro momento saliente della vita del Cristo: dopo la morte ben descritta nella Cappella Sansevero al piano inferiore, qui è raffigurata la resurrezione. La scultura del Cristo Risorto è realizzata con materiale misto, secondo le tecniche artistiche contemporanee. Il Cristo è affiancato da due figure di Angeli in terracotta a grandezza naturale con arti scolpiti in legno, vestiti con seta di ottima qualità, che ricordano le sculture del ‘700 napoletano.

L’opera è stata presentata dal curatore, prof. Alfonso Amendola, Docente di Sociologia dei Processi Culturali, all’Università di Salerno e da Mons. Vincenzo De Gregorio Abate della Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Il nobile Riccardo d’Andria ha espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto e per la vitalità di una Fondazione di oltre quattrocento anni, che continua a guardare ai giovani con borse di studio, e che, attraverso l’opera del Cristo svelato o Luce nascosta, vuole rappresentare l’essenza della religione cattolica che «riconosce la Resurrezione come motivo della morte di Cristo». Il Governatore ha voluto ringraziare quanti hanno contribuito alla realizzazione della scultura in particolare la Cariparma Credite Agricole, Scaturchio e il Cavaliere del Lavoro Gianni Carità.

Numerose personalità erano presenti: Francesco Paolo Casavola, Presidente Emerito della Corte Costituzionale; Arturo Martucci di Scarfizzi, Presidente delle Sezioni Unite della Corte dei Conti; la dr.ssa Luisa Ambrosio, direttore del Museo Duca di Martina di Napoli; l’ing. Giannegidio Silva, presidente della Metropolitana di Napoli Spa; il prof. Guido Donatone, presidente di Italia Nostra Napoli; l’editore Piero Graus, i Consoli della Campania del Touring Club Italiano; la dott.ssa Maria Cristina Basso, dirigente responsabile della Programmazione Forum Universale delle Culture Napoli 2013; il pittore Antonio Sannino.

Le origini del Real Monte Manso di Scala.

Il Real Monte Manso di Scala fu fondato nel 1608 dal Marchese di Villa Giovan Battista Manso con Istrumento del 1 Luglio 1608, munito del Regio Exequatur il 25 Luglio 1610 dal Re Filippo III ed approvato da Papa Paolo V con Bolla del 26 Maggio 1611 (documenti che si conservano nel ricco Archivio Storico del Monte). Il Marchese Giovan Battista Manso fu un uomo poliedrico, di grande cultura e, in quanto tale, fondò nel 1611 l’Accademia degli Oziosi di cui fu nominato Principe. Amico di Giovan Battista Marino e di Torquato Tasso, di cui scrisse una biografia, ebbe rapporti con l’Accademia dei Lincei e con Galileo Galilei; uomo di armi partecipò alla Battaglia di Otranto nel 1588 e alle guerre di Lombardia nel 1607, ma anche uomo di profonda e sentita fede religiosa; nel 1603 il Manso fu tra i sette gentiluomini napoletani fondatori del Pio Monte della Misericordia, dove nel 1608 ricoprì la carica di Deputato all’opera di visitare i carcerati e nel 1615 fece venire da Roma dodici corpi di Santi Martiri che furono posti sotto l’Altare maggiore della Chiesa del Pio Monte della Misericordia.

Del Monte Manso fanno parte illustri famiglie nobili napoletane, indicate dallo stesso Manso. Sin dalla fondazione, l’Istituzione aveva lo scopo di educare i giovanetti, appartenenti alle Famiglie Montiste in ristrette condizioni finanziarie, che volevano prepararsi allo «stato Ecclesiastico, o al Dottorato, e di far monacare le donzelle di Famiglie Patrizie, o Montiste che, per mancanza di censo, non potevano raggiungere il loro intento». Questo scopo fu perseguito, in principio, in forma diretta con l’istituzione di un Collegio affidato dal Manso ai Padri Gesuiti, poi dopo il 1820 in forma indiretta con la concessione di borse di studio, fino a tutt’oggi.

La Fondazione ha sede dal 1656 nel palazzo di via Nilo, già Palazzo d’Afflitto di Scanno, acquistato dopo la morte del Fondatore con la vendita del palazzo da lui abitato e lasciato alla Fondazione.

Intorno alla metà del ‘700 l’Arch. Mario Gioffredo gli dette l’attuale sistemazione. Le accresciute esigenze del Collegio dei Nobili dettero luogo alla necessità di realizzare una Chiesa in loco, dove poter far pregare i Seminaristi che fino allora erano condotti alla Chiesa del Gesù Nuovo o al Collegio Massimo di Pizzofalcone. E quindi nel 1747, la Fondazione acquistò da Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, l’area sovrastante la Cappella Sansevero e nel 1748, per Concessione di Papa Benedetto XIV, fu edificata la Chiesa ad opera dello stesso Gioffredo.

Descrizione della Cappella del Real Monte Manso

La Cappella è ricca di opere d’arte: il bellissimo altare ligneo sovrastato dalle statue policrome di Sant’Ignazio da Loyola e San Francesco Saverio ai lati e dei quattro arcangeli al centro; la magnifica tela di Francesco de Mura, posta sull’altare, raffigurante la Madonna con Gesù bambino, ai suoi piedi i Santi Gesuiti che presentano alla Vergine i giovinetti da assistere, secondo lo spirito della Fondazione, voluta da Giovanni Battista Manso. Nel quadro è raffigurato San Francesco de Geronimo che abitò nel Collegio e ne fu Prefetto. Al lato dell’altare è collocata la Statua dell’Immacolata Concezione con puttini di Nicola Ingaldi. Sulla parete opposta, in cantoria, è presente il prezioso organo degli inizi del secolo XIX con un’elegante cassa lignea dalle linee classiche e cornici superiori, festoni di legatura, intagliati e dorati, di una bellezza raramente riscontrabile negli organi antichi.

Superate le difficoltà economiche che hanno caratterizzato un lungo periodo del secolo scorso, i Governatori della Fondazione del Real Monte Manso hanno voluto il restauro della Cappella realizzato senza alcun aiuto economico esterno. Dopo una chiusura durata circa sessant’anni, la Chiesa è stata riaperta il 26 maggio del 2009.

In tale occasione il Governo del Monte affidò al prof. Vincenzo Cerino, scrittore appassionato del passato, autore, tra l’altro, del libro San Gennaro, un Santo, un volto, una Cappella, il compito di illustrare la poliedrica figura del Fondatore, la Fondazione ed in modo particolare la Chiesa con il libro II Real Monte Manso di Scala nella storia della città e della nobiltà napoletana.

L’artista del Cristo svelato

Giuseppe Corcione, giovane artista napoletano, pittore, scultore, designer e inventore, al termine degli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli (1997-2001) ha fondato e gestito in collaborazione con i maestri Ciro Vignes e Fabrizio Fiorentino il laboratorio di arti plastiche Linea Concreta realizzando opere di rilievo nazionale come un Cristo di tre metri per il Vaticano, in occasione della Messa del Giubileo del 2000 in Piazza Plebiscito; dodici soldati nel palazzo Reale di Napoli per la Mostra I Borboni e una Santa Elena in legno, a grandezza umana, per il presbiterio della Chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma. Nel 2004 è stato vincitore del Concorso Arte della Medaglia per l’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato a Roma; nel 2007 ha partecipato al Forum Universale delle Culture a Monterrey in Messico. Finalista del Concorso Internazionale Arte Laguna 2009, sempre nel 2009 ha esposto l’opera I Love Tradition, un San Gennaro velato, in bronzo, nella sezione arte contemporanea del Salone delle Eccellenze a Caserta. Quest’anno con l’Angelo scultore, l’artista è a Parigi presso l’Istituto di Cultura Italiana con le sorelle, anche esse artiste, Rosaria e Anna Corcione, per la Mostra La Crèche, le arti e i Mestieri della Città, organizzata dalla CLAAI Imprese di Napoli.

                                                                                                        dott.ssa Giuseppa Varriale detta Giosita

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